(È bellissimo il vostro pianeta, Andrea Bajani. EDT.)
Mi preme rassicurare innanzitutto chiunque abbia smarrito qualcosa o qualcuno. Dismettete i vostri affanni, lasciate andare ogni preoccupazione. La vostra pena è finita: è tutto qui, su questo pianeta dal quale stendo questa mia relazione. Se negli ultimi anni vi siete chiesti che fine abbiano fatto i vostri dirimpettai, la vostra ingenuità, la dolcezza dei vostri coniugi; se vi siete domandati perché ha chiuso il negozio di vini che aveva aperto da poco, se hanno licenziato il cameriere della trattoria dove andate la domenica con i suoceri. E: se vi sembra che un po’ di buonumore se ne sia andato, che la grinta sia andata a finire come i palloni sotto le macchine, che persino dell’inquietudine non sia rimasta traccia. Insomma, se tutte queste perdite vi sembrano intollerabili, se vi aggirate per le vostre città come madri di sabato notte alla ricerca di figli i cui telefonini suonano a vuoto, se tutto questo avviene: sono tutti su questo Pianeta volgarmente chiamato Berlino. Se volete andare a recuperare qualcuno per riportarvelo a casa è sufficiente prenotare un volo con qualche settimana di anticipo. È di questo che ci si rende conto appena si arriva quassù. Basta avere la pazienza di sistemarsi con calma, di cominciare a prendere confidenza con un Pianeta che è lungo e largo più di cinquanta chilometri, che è diviso in quartieri che sono piccole città, in cui il mondo del sottosuolo ha l’odore di cilindri di Carne Marrone, che ha laghi e alberi come il mondo da cui proviene: basta avere la pazienza di attendere e troverete tutto quello che avete smarrito. Tra cui, il passato. Ai ragazzi terrestri viene somministrato a scuola in dosi generose: lo trovano spalmato sopra pagine in caratteri a stampa, e lo devono rendere vivo per i professori che gliene chiedono conto.